Raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro, Laghi: “La politica dovrebbe portare alla eliminazione degli inceneritori, a tutela della salute dei cittadini”
Il consigliere regionale, Ferdinando Laghi, ha partecipato all’assemblea indetta dall’Amministrazione di Gioia Tauro sulle azioni di contrasto al raddoppio dell’inceneritore, per impedire gravi conseguenze su salute, ambiente e occupazione
L’impianto di contrada Cicerna, come tutti gli inceneritori, a prescindere dalla loro “modernità”, emette in ambiente sostanze tossiche e cancerogene, per le quali non esistono filtri in grado di bloccarle. Così Ferdinando Laghi -capogruppo al Consiglio regionale di “De Magistris Presidente” – nel corso del suo intervento all’assemblea pubblica, convocata nella sala consiliare del Comune di Gioia Tauro dal sindaco Aldo Alessio, sugli interventi da adottare in merito al temuto raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro.
L’ipotesi arriva praticamente in contemporanea alla proposta di legge recentemente approvata in consiglio regionale sulla multiutility, in materia di gestione unica del settore idrico e di quello rifiuti.
“Oltre a non riuscire a contrastare l’attuale emergenza rifiuti – ha dichiarato il consigliere Laghi – non si tengono in debito conto le conseguenze ambientali derivanti dall’utilizzo di questo impianto, con i connessi e gravi rischi per la salute umana, ampiamente documentati dalla letteratura scientifica internazionale”.
“L’incenerimento dei rifiuti è una pratica sempre da evitare oppure, ove presente, da eliminare al più presto – ha continuato Laghi -, quindi l’obiettivo non può e non deve essere il raddoppio o la costruzione di nuovi impianti di incenerimento, bensì quello di una politica virtuosa dello smaltimento dei rifiuti, che porti alla loro definitiva scomparsa. Gli inceneritori, inoltre, si connotano anche per il loro alto costo e il basso livello occupazionale e, non da ultimo, va sottolineato il fatto che non si pongono assolutamente in alternativa alle discariche, che diventano anzi strutturali al ciclo di smaltimento – per via delle ceneri prodotte dagli impianti- e non costituiscono neppure una plausibile risposta all’emergenza rifiuti per via dei lunghissimi tempi di realizzazione”.
L’analisi di Laghi – medico, attivista di lungo corso nella tutela dell’ambiente e della salute e già presidente di Isde International – l’Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente – è stata unanimemente condivisa da cittadini e rappresentanti istituzionali presenti all’assemblea, da cui è giunta una richiesta forte e chiara alla Regione perché il territorio e le popolazioni che lo abitano vengano finalmente ascoltati.