Partecipare in remoto ad alcune attività del Consiglio, il PD attacca la mia proposta
Laghi: “Una legge che migliora la produttività istituzionale e allinea la Calabria alle altre regioni”
Sorprendente, strumentale e del tutto infondata la polemica, che i media riportano essere stata sollevata dal Gruppo del PD in Consiglio regionale, relativamente ad una mia proposta di legge che apre nuove possibilità di partecipazione democratica ad alcune delle attività istituzionali in Consiglio regionale.
Una legge che, seppur in ritardo, mette la Calabria in linea con la maggior parte delle Regioni italiane – sia quelle governate dal centro destra che dal centro sinistra -; una risposta ad alcuni dei problemi già evidenziati dalla pandemia; un intervento normativo a favore della digitalizzazione, come richiesto e sollecitato anche dall’Europa; un passo avanti sostanziale per una maggiore e migliore produttività del Consiglio regionale. Questo è il senso e la lettera della proposta. Chi sostiene il contrario, parlando a sproposito, tra l’altro, di smart working, o non l’ha letta affatto o, peggio, cerca di mistificarla.
Ma la proposta di legge, breve e chiara (chi vuole può leggerla al link https://www.consiglioregionale.calabria.it/ppa12/118.pdf), poco si presta a fraintendimenti, se non dolosi.
Infatti, in primo luogo, traendo insegnamento dalla pandemia da SARS-Cov-2, prevede che: “Per motivi di urgenza, circostanze imprevedibili o condizioni di emergenza il Presidente del relativo consesso, previa adeguata motivazione, può convocare la seduta in modalità telematica”. Il Presidente dell’organismo in causa, cioè, e lui soltanto, può intervenire, comunque con “adeguata motivazione”, per consentire, in situazioni eccezionali, attività istituzionali che diversamente non potrebbero svolgersi. Nessuna deroga, tuttavia, è comunque prevista alla partecipazione in presenza alle sedute del Consiglio regionale.
Chi frequenta con assiduità le Commissioni, come il sottoscritto, inoltre, tante volte ha constatato l’assenza di auditi, impossibilitati a partecipare per vari – e validi- motivi. Altre volte, invece, ho verificato gravi disagi occorsi, sempre agli auditi, a seguito della loro partecipazione. Disagi soprattutto per motivi di salute, come nel caso delle persone con disabilità, o addirittura veri e propri rischi, che possono riguardare i testimoni di giustizia o altri con problemi di sicurezza personale. Per questo è stata prevista la partecipazione a distanza per auditi impossibilitati ad essere presenti per “concomitanti impegni istituzionali o ragioni d’ufficio, di salute o di sicurezza pubblica”.
La richiesta di partecipazione a distanza, infine, di singoli Componenti di organismi consiliari, escluse le sedute di Consiglio, è consentita solo per motivi di salute. Infatti la proposta si legge, con chiarezza, recita: “Per consentire ai componenti dei vari organi di partecipare anche in casi di impossibilità per motivi di salute”. E anche in questo caso, comunque, l’autorizzazione del Presidente è richiesta e necessaria.
Per concludere, qualcuno ha paventato che i Calabresi non siano in grado di capire una legge che è invece chiarissima, oltre che opportuna, utile e moderna. Personalmente non ho alcun timore in tal senso. Semmai, ad essere preoccupante è il livello di comprensione di componenti del Gruppo del PD in Consiglio regionale.
Il Consigliere regionale
Ferdinando Laghi